giovedì 9 dicembre 2010

If you want to be hero well just follow me


As soon as your born they make you feel small,
by giving you no time instead of it all.
Till the pain is so big you feel nothing at all...
Working Class Hero is something to be...
Working Class Hero is something to be...

They hurt you at home and they hit you at school.
They hate you if you're clever and despise a fool.
Till you're so fucking crazy you can't follow their rules.
Working Class Hero is something to be...
Working Class Hero is something to be...

When they've tortured and scared you for 20 odd years,
then they expect you to pick a career.
When you can't really function you're so full of fear,
Working Class Hero is something to be...
Working Class Hero is something to be...

Keep you doped with religon, sex and T.V.,
and you think you're so clever and classless and free,
but you're still fucking peasents as far as I can see..
Working Class Hero is something to be...
Working Class Hero is something to be...

There's room at the top, I'm telling you still,
but first you must learn how to smile as you kill.
If you want to be like the folks on the hill,
Working Class Hero is something to be...
A Working Class Hero is something to be..

If you want to be a hero well just follow me.
If you want to be a hero well just follow me.

-Working Class Hero, John Lennon-

30 anni fa partiva, per andare da qualche parte. Pepperland forse. Non dite che è morto, o meglio, lo è solo ufficialmente e "fisicamente". Basti ascoltare le sue canzoni per sentirselo tremendamente vicino, sentirlo appunto vivere. Forse la musica era (è) la sua vita, e la maniera predefinita per far sentire a chiunque voglia ascoltarlo sul serio che non se n'è andato.
Ciao John..

lunedì 8 novembre 2010

Normal

L'autunno è arrivato di fretta. Evidentemente laddove stava prima aveva un pò troppo rotto i coglioni e l'hanno cacciato via a calci.
Aria fredda, tutti mezzi alluvionati (e la cremagliera chiusa, che nervi), Benagol a palla quando serve.
Guardandosi intorno, cosa succede? Siamo alluvionati, si, ed allo stesso tempo ci ritroviamo uno Stato che sta franando su se stesso. Politicamente e, soprattutto, culturalmente.
Siamo arrivati praticamente all'apologia dell'egoismo, della fervida voglia di apparire in vetta ad una sorta di catena alimentare. Una catena alimentare che, fondamentalmente, manco esiste più. Creata dalla noia, dalla monotonia, da una consapevolezza del proprio futuro ormai più che latitante.
In quei piani alti continuate a pensare alle intercettazioni, a pararvi il culo dalla giustizia che costantemente usate per pulirvi la bocca delle vostre parole gettate a ridicolizzare un'intera nazione. Creare futuro? Manco per idea. Basta trovarsi le tasche piene..
Non lamentatevi poi del prosperare della malavita e della bassezza culturale di tanti (fortuna divina, non tutti) giovani.

"Sullen and bored the kids stay, and I wish they rush away, each day..
Sullen and bored the kids play, and I wish they rush away, each day.."

domenica 4 luglio 2010

04.07.2010

Non ne sono caduti asteroidi nel 1991, nel 2000 o nel 2004, nessuna profezia si è rivelata giusta.

Siamo arrivati ad avere anche i pezzi del cuore di plastica, a ruotare intorno al Dio Denaro come non mai.
Siamo passati in mezzo a tempeste, lotte di classe, lotte politiche, lotte quasi quasi anche per la propria vita.
Abbiamo vissuto uno dei periodi più crudeli e struggenti al mondo.
Passati dai Pink Floyd a Lady Gaga in poco più di 20 anni. Passati dalla lotta alla sedentarietà in 10 miseri anni.
Nati con la miseria e finiti con la ricchezza, con sulla lapide impresso un chiaro segno del capitalismo che ci invade ormai come fosse una costante.
Coinvolti da una malattia degenerativa come la modernità, sarebbe necessario scapparne subito.

Erano altri tempi...le carrozze X iniziavano a circolare, le Fiat 500 invadevano il mondo, quello stesso mondo cominciava ad incazzarsi...


mercoledì 16 giugno 2010

Partenza

Gli attimi prima della partenza sono sempre così. Un pò un fuggi fuggi per verificare che sia tutto apposto, tutto presente e funzionante.
Caricabatterie, vestiti, ombrellino, portafogli, macchina fotografica, sms col PNR per il viaggio, portamacchinafotografica col cottonfioc di dentro, chiavi di casa (non si sa mai), fogli di corsa, cellulare, cinture, carta postepay, mp3...
Ad aggiungere un pizzico di mezza ansia all'attesa il cambio a Catanzaro Lido domani mattina, con i 10 minuti utili per prendere il 12712 per Lamezia e poi i due Eurostar. L'ennesimo viaggetto, giusto per dare una mazzata alla monotonia che questo paesino, tanto per cambiare, promuove.
Andare via mi sa così tanto di sentirmi a casa..

giovedì 10 giugno 2010

Se tutto va bene siamo rovinati

Citazione di una frase ormai tanto famosa e poco originale da essere allo stesso tempo noiosa e ricca di significato.
Oggi ho avuto l'ennesima prova di quanto qui in Italia abbiamo al governo una massa di gente ridicola e soprattutto ipocrita. Almeno non veniteci a raccontare cazzate dal nome "onestà", "coerenza" ecc..
Oggi hanno tagliato le intercettazioni in Italia (e Zaia, mr. McItalysciupafemmine, che andava dicendo che abbiamo un debito di 700 milioni di euro con le aziende di intercettazioni...senza dire che si busca 30.000 euro al mese come minimo), alias siamo finiti col fare un bel regalo alla nostra amata criminalità.
Forse è tutto un disegno firmato da chissà chi (P2?), forse ne stanno combinando talmente grosse da correre così vigliaccamente ai ripari...una cosa è certa, stiamo passando per il paese dei fifoni. Altro che bel paese..
Domani mi sa che starò a lutto pure io insieme agli editori. Libero escluso, e ti pareva..
E penso che questa canzoncina con video annesso si adatti perfettamente al mio stato d'animo stasera.
Talmente sconcertato da cercare un minimo di ironia per incazzarmi ancor di più.

mercoledì 19 maggio 2010

Contorni straniti

Continua a perdurare, insistente, mai fastidosa, la predominanza del buio.
I lampioni sembrano in lotta continua verso di lei, fedeli amici di un uomo che non riesce più a trovare la sua strada in questa matassa di pensieri incrociati, inesorabilmente distrutti dalla logica controversa della mente umana.
La paura del buio non è nient'altro che paura della solitudine, del non conoscere la strada che si presenta al di là del proprio setto nasale. Navigare in un oceano primordiale, Pangea sommersa.
Paura di cadere giù, finire. Non so cosa, ma qualcosa dovrà pur finire.
Mi insegnarono che questo mondo ha regole ben precise.
Invidio chiunque quelle regole le abbia infrante.

...is there anybody out there?


domenica 9 maggio 2010

Ammesso che sia possibile credere nel caso..


...che oggi, 9 Maggio, nei TG nazionali si è parlato della morte dello statista Aldo Moro. Grande uomo politico italiano, parte della storia del nostro (o vostro?) paese, giusto ricordarlo.
Ciò che mi fa davvero venire voglia di urlare merda a questo paese è che, in quegli accumuli di disinformazione e superficialità quotidiana che sono i vari TG "pubblici", non si è neanche nominato Giuseppe "Peppino" Impastato, assassinato sui binari della Palermo - Trapani la notte del 9 Maggio 1978.

Non voglio spendere parole per dire chi era e chi non era, non ce n'è bisogno e sarebbe comunque insufficiente per rendere l'idea della persona. Mi fa rabbia per l'ipocrisia che viene da queste istituzioni telematiche che abbiamo in Italia, dove prima si parla di lotta alla mafia, lotta al racket, lotta a tizio e caio, poi non si ricordano personaggi forti, coraggiosi, eroici come Peppino, anzi si vanno a divinizzare figure come Riina e Provenzano, con fiction in pomposo stile hollywoodiano che alla fine hanno il solo risultato di offrire ottimi spunti al telespettatore.
Ho letto su di lui solo sommarie ripetizioni della sua biografia, scritte con evidente finta commiserazione, e forse queste fanno venire ancora più rabbia.
Sarebbe stato bello e molto utile mandare in onda a ripetizione film come I Cento Passi o Fortapasc, giusto per citarne due, cosa che nella nostra TV di Stato non ho mai visto fare. Tantomeno (e figuriamoci!) nella sua sorella privata.
E' vomitevole tutto questo, vomitevole come poi nientemeno ti vengano a suonare alla porta cercando di farti pagare il canone RAI. Mi dispiace per chi ci è cascato, io li ho mandati allegramente affanculo.
Fortuna che c'è ancora qualcuno, almeno sul web, che ricorda e ricorderà lui come tutti gli altri, tributandogli in qualche maniera un ricordo. Anche io lo faccio, anche se un post è una cosa abbastanza minuscola.
Vorrei poterlo ringraziare. Spero che questo mio grazie lo senta in qualche maniera..


Un saluto e un ringraziamento anche agli autori del sito web http://www.peppinoimpastato.com

venerdì 7 maggio 2010

Comune Notte di Maggio

Comune notte di un paesino immerso in se stesso, dominato da qualche pala eolica e qualche cognome un pò più potente del solito.
Schiamazzi in un dialetto così stretto e incomprensibile provengono dal bar di fronte, dove qualche vita ancora capace di resistere alla tentazione del sonno incrocia il proprio cammino con un altra.
Fruscii dei camion in corsa provengono dalla statale, alla loro guida genti indifferenti di quella pace apparente (ammesso che pace sia), solitari corrono veloce a dèstino, attenti sempre a non sforare col tachimetro.
Lo sferragliare delle ruote sugli scambi proviene dalla ferrovia, l'ultimo treno della giornata corre verso la sua destinazione, con le ruote ormai fumanti per gli oltre mille chilometri macinati a 160 all'ora, e gente su di esso ad aspettare chissà quale futuro.
L'abbaio forte e preciso di un cane proviene dalla casa di fronte, forse disturbato da qualche gatto di passaggio, forse semplicemente voglioso di sentire l'eco della sua raramente ascoltata voce rimbombare nelle tenebre strappate giusto da qualche vecchio e arrugginito lampione.
Si riesce ad udire appena il rumore del mare, eterno fratello della gente del luogo, ammirato come un Dio e trattato come uno straccio, non smette mai di vivere e sorvegliare, meditare e osservare.
Il silenzio di tutto il resto aiuta a contemplare uno scenario solito, ma comunque un pilastrino di quel fantasmagorico e rincoglionito sistema chiamato pianeta Terra. Lì fuori c'è chi dorme, c'è chi inforna il pane che domattina allieterà le colazioni dei più e riempirà i supermercati di altri, c'è chi felicemente esprime il proprio amore (sarà amore?) come meglio può, c'è chi sta sveglio, seduto a un angolo di un balcone pieno di muffa intento a riepilogare la sua vita in questa stupida ed entusiasmante giornata.
C'è, l'importante è che c'è questa componente di sana irriverenza e diversità in un mondo che sa porre domande ma non offrire più risposte, stremato dalla feroce bestia umana che si nasconde dietro mille verbi irregolari.
E' Maggio, ed è notte. Comune.

giovedì 6 maggio 2010

Memoria di ferro

"Comunque ha già comprato la locomotiva, questo l'ha detto lui l'altro giorno, e c'eravate tutti."
"Si, la locomotiva si.."
"Brath dice che l'hanno costruita vicino alla capitale e che si chiama Elisabeth"
"Elisabeth?"
"Elisabeth!"
"Ma figurati.."
"E' un nome da donna, Elisabeth!"
"E allora?"
"Che ne so, quella è una locomotiva, mica una donna. E poi come mai le locomotive hanno un nome, scusa?"
E in effetti..
"Hanno sempre un nome le cose che fanno paura."
"Cosa dici?"
E in effetti stava arrivando..
"Niente, dicevo per dire"
"Hanno un nome perchè se qualcuno te la ruba tu puoi dire che era tua"
E in effetti stava arrivando Elisabeth..
"Ma chi vuoi che ti rubi una locomotiva?"
"A me una volta hanno rubato il calesse. Hanno staccato il cavallo, e si sono portati via solo il calesse.."
E in effetti stava arrivando Elisabeth, mostro di ferro..
"Certo che bisogna essere ben stupidi per farsi rubare il calesse e non il cavallo!"
"Io se fossi stato il cavallo mi sarei offeso"
E in effetti stava arrivando Elisabeth, mostro di ferro e di bellezza..
"Era un cavallo bellissimo, altrochè.."
"Così bello che nemmeno i ladri..."
E in effetti stava arrivando Elisabeth, mostro di ferro e di bellezza: legata sul ponte di una chiatta, risaliva in silenzio il fiume.
Muta: questo era stupefacente. E lenta di un movimento non suo.
Presa per mano dall'acqua - qualcuno la butterà infine su due rotaie perchè esploda la sua rabbia a cento all'ora, violentando la pigrizia dell'aria. Un animale, si sarebbe potuto pensare. Una bestia feroce rubata a qualche foresta. Le corde che segano i pensieri ed i ricordi - una gabbia di corde per farla tacere. La dolce crudeltà del fiume che la porta sempre più lontano - ci sarà alla fine una lontananza che diventerà la sua nuova casa - riaprirà gli occhi e avrà due rotaie davanti per sapere dove scappare - da cosa, questo non lo capirà mai.
Saliva lentamente il fiume, Elisabeth, legata sul ponte di una chiatta. Un gran telone la nascondeva al sole e agli sguardi. Nessuno poteva vederla. Ma tutti sapevano che sarebbe stata bellissima..


"Ha l'aria di essere maledettamente sola" disse Jun
"Ti piace?"
"E' strana.."
"Strana come?"
"Non so, me l'immaginavo più lunga...e più complicata"
"Un giorno magari le faranno più lunghe e più complicate"
"Me l'immaginavo colorata"
"Però è bella così...color del ferro"
"Quando correrà sotto il sole brillerà come uno specchio e la si potrà vedere da lontano, vero?"
"Da molto lontano, come uno specchietto che scivola via in mezzo ai prati"
"E noi la vedremo?"
"Certo che la vedremo"
"Voglio dire...non saremo già morti quando finalmente ce la farà a partire?"
"Oddio, no. Certo che no. Innanzitutto noi due non moriremo mai, e in secondo luogo checchè tu ne dica quei binari che adesso, d'accordo, sono esageratamente corti, ben presto saranno lunghi duecento chilometri, dico duecento, e forse sarà già quest'anno, forse per Natale quei due binari..."
"Scherzavo, signor Rail."
"...mettiamo pure un anno, un anno intero, due al massimo, e io ti dico che metterò su quei binari un treno di tre, quattro vagoni, e quello partirà e..."
"Ho detto che scherzavo.."
"No, tu non scherzi, tu credi che io sono matto e che i soldi per far partire questo treno non li troverò mai, ecco quel che credi."
"Io credo che tu sei matto, e che appunto per questo li troverai quei soldi."
"Ti dico che partirà, quel treno."


Da "Castelli di Rabbia", Alessandro Baricco

venerdì 23 aprile 2010

Non so che viso avesse..

Cosenza 1960 circa

Ma sapevo come si chiamava.
Sapevo anche della sua unicità, la sua importanza ai tempi dei suoi primi passi, la sua capacità di muovere gli animi, le vite delle persone, prima che le proprie piccole ruote, a 950mm l'una dall'altra.
Dal 1936, lontano e lontanissimo 1936 in cui vide la luce e accese per la prima volta i motori. Ad oggi, 23 Aprile 2010, l'ennesimo viaggio. Un altro viaggio, dopo uno stop di 41 anni. Per 41 anni rimasta di riserva a Catanzaro Lido, sperando forse che qualcuno si accorgesse di lei e la mandasse ad affrontare qualche ripida pendenza lì, sulla cremagliera che risiede pochi chilometri più a Ovest. Non poteva, ma forse lo avrebbe voluto.

3 Giugno 2009

Ormai i rovi l'avevano rapita e custodita gelosamente, allontanandola dagli sguardi di dirigenti irresponsabili pronti ad azionare le palle demolitrici. Ci vollero quattro ragazzi inizialmente, per poi andare avanti con una "costante" di tre, per far tornare la luce a splendere su quell'ammaccata, bistrattata e quant'altro carrozzeria.
Era il 3 giugno 2009, lo ricordo come fosse ieri. Un'estate intera susseguì diverse scappate fino alla stazione FCL di Catanzaro Lido, finchè non si riuscì finalmente ad abbattere l'ultimo rovo, con Roberto e soprattutto con l'asse di legno. Quell'asse di legno, quel piccolo protagonista della rinascita della M1.37.

Fotoricordo della liberazione completa

L'asse di legno, altro protagonista del recupero

29 Novembre, poi, le ruote ritornano a scandire il ritmo a cui è stata abituata per anni ed anni.
Con calma, lentamente. L'Emmina ritorna a camminare, piazzandosi sul binario di raccordo dove rimarrà per 5 mesi, 5 sofferti mesi con la paura di ritrovarla vandalizzata da un giorno all'altro.
No, niente di tutto questo. E' arrivata ad oggi, 24 Aprile 2010, come era rimasta.

29 Novembre 2009

Certo, con la calandra caduta e diversi pezzi pendenti appositamente staccati e messi al suo interno, ma è arrivata intera, resistendo anche a una caduta nella giornata di ieri. Non vuole mollare, cacchiarola se non vuole mollare!
Arrivo alle 8.25, scorgendo da lontano la sagoma del tetto. Credevo di trovarla ancora sul pezzo di binario costruito nel parcheggio, invece era già ferma sul camion.

Ore 8.30, l'Emmina è già sul rimorchio

Il timore di essere arrivato "giusto in tempo" si è fatto piuttosto forte. Per fortuna, aspettavano i "cosentini". Roberto, che aveva perso il treno da Locri, ce l'ha fatta davvero per il rotto della cuffia. Nel frattempo, ecco apparire il camion da Cosenza per le rotaie, con anche il capodeposito Massarini, altra persona alla quale non si può che dedicare una grande stima per il suo lavoro e per il modo con cui lo fa.
Ultimi attimi, dopodichè l'Emmina va via. Ultimi attimi per respirare l'aria di Catanzaro, ultimi attimi per associare realmente quella piccola automotrice al contesto della stazioncina terminale. Che ora sembra così vuota..


Saluta tutti e se ne va..
Ultima occhiata prima di partire..

A quest'ora riposa su qualche binario a Piano Lago, alla TCC, dove probabilmente tornerà scintillante. Non è stata dimenticata, questa è la cosa più importante.
Anche perchè era curioso vedere la gente in partenza per Catanzaro Città accalcarsi ai finestrini per fotografare la nostra Emmina, quasi come se si rendessero conto improvvisamente di quanto unico sia questo mezzo. Mi sento responsabile di questa cosa, responsabile e orgoglioso. Orgoglioso di questo piccolo mezzo, recuperato dal nulla, oggi così importante e, possiamo dire, famoso. Felicità per il sapere che siamo riusciti a salvarla, almeno in parte. Come ci eravamo prefissati il 3 Giugno, come abbiamo continuato a crederci, e come ci crediamo tuttora. Credo sia un sentimento condiviso con Roberto e Francesco, gli altri due fautori di questa impresa.
La M1.37 tornerà a camminare con i propri mezzi. Io credo questo, sono fiducioso. E' una vera impresa titanica, ma in fondo siamo mezzi abituati alle imprese titaniche, qui in Calabria.
Una cosa è certa: tornerà.

mercoledì 14 aprile 2010

Riders on the storm

Mi viene difficile pensare a un motivo plausibile per giustificare la fuga da un qualsiasi luogo verso un altro.
Difficile perchè, comunque sia e comunque la si pensi, scappare è una cosa talmente fascinosa e assolutamente non astratta da mettere paura, in certi casi.
Mi sono abituato ad accompagnare ogni viaggio in treno con la canzone da cui prende il titolo il post (http://www.youtube.com/watch?v=DKbPUzhWeeI Grazie Jim..), e non so perchè, ma quel sentimento di "fuga", sottile sfoglia di libertà più pazzoide che intellettuale, diviene improvvisamente forte e altamente sensibile.
Che poi guardare il mondo dal finestrino di un treno è particolare, specialmente dalle mie parti. Innanzitutto non c'è il guardrail e il traffico che la strada ti "offre", strada dove ci perdi persino il gusto nel cercare di scrutare il paesaggio alla ricerca di qualcosa di nuovo, quando magari la trovi e il solito burlone camion carico di polli Amadori ti si piazza davanti. Non c'è neanche il rischio dello spavento del ritrovarsi all'improvviso un treno incrociante in linea, cosa che ha spesso turbato i miei viaggi sulle grandi direttrici (imparate questo trucchetto: piazzatevi sempre a sinistra del senso di marcia per godervi alla meglio il vostro viaggio!). Ed è ancora più bello quando si ha una macchina fotografica oppure carta e penna/matita. Il viaggio è una forma ispiratrice di arte, forse perchè, in un senso più assoluto, il viaggio stesso è un'arte.


(in verità c'è anche lei che non è male.. http://www.youtube.com/watch?v=0OvC737fqYY )

mercoledì 31 marzo 2010

Alternativamente Metropolitana

"Si candida, nel panorama europeo, come città laboratorio dei temi legati alla mobilità alternativa all'auto"
Così recita uno dei cartelloni esposti alla Mostra della Mobilità della Città di Catanzaro, fino a domenica allestita presso le gallerie del San Giovanni.
Finalmente si muove qualcosa, tutto sommato più che soddisfacente. Una città storicamente dalla mobilità difficile, data la sua ubicazione, e che ha necessitato di diverse opere non da poco (Viadotto Bisantis su tutti, senza dimenticare la Ferrovia a Cremagliera e la Funicolare) per prendere un minimo di aria.
Scale mobili, ascensori, people-mover, ferrovia riammodernata, tutto integrato insomma.
Dai progetti emerge che la spina dorsale del sistema sarà (come era logico) la linea delle FC, da Gagliano a Catanzaro Lido, con la nuova variante su Germaneto. Rinnovamento delle fermate, piena integrazione con le altre strutture (camminamenti Sala FC - Funicolare) e in generale con l'area circostante (ascensori alla stazione di Pratica, tra via Turco e San Giovanni). Poi si notano diverse scale mobili e ascensori obliqui, disseminati per la città, cose che renderanno certamente più facile andare da un capo all'altro del centro, oggi "leggermente" faticoso (esperienza personale, fidatevi).
Tornando alla cara ferrovia, da dire ci sono un pò di cose..
Innanzitutto il progetto dell'apertura delle 3 nuove fermate a Fortuna, Parco della Biodiversità e Pontegrande non è male, andranno di certo a raccogliere una buona percentuale in più di passeggeri. Le ultime due, tra l'altro, saranno fornite di ascensori per l'accesso (non sono così vicine ai luoghi dai quali prendono nome!), una sorta di Precedenze scoperta, in parole povere.
Altra gran cosa è la linea che si innesterà da Dulcino verso Germaneto, l'ormai celebre Pendolo, per il quale sembra siano iniziati i rilievi preliminari. Una sostanziosa galleria, stazione al Campus Universitario, poi fermata alla Cittadella Regionale per poi terminare la corsa alla stazione FS, la nostra cara cattedrale nel deserto. Sul progetto originario, però, risultava presente una bretella da Santa Maria, in direzione Lido, a formare un triangolo. A quanto pare non ci sarà, e in effetti non è certo importante quanto quella ormai in via di costruzione, dato che da Lido si può raggiungere Germaneto tranquillamente via FS, anche se "solo" ogni ora (sperando in un rinnovamento anche del servizio regionale sulla rete RFI, di cui parleremo a breve). Il collegamento davvero utile è quello Città - Germaneto, dato che oggi richiede, specialmente nelle ore di punta, una mezza processione per vedere tale tragitto compiuto, sia in auto che in bus.
Tra Sala e Lido, invece, si vedrà il secondo tratto di linea a doppio binario nell'intera rete FC, sfruttando l'ormai spacciato tratto FS abbandonato, escluso da ogni eventuale recupero per servizio metropolitano a scartamento ordinario. Scomparirà la stazione FC di Santa Maria, concentrando le due linee su quella FS, oggi fatisciente ma che sicuramente verrà demolita e ricostruita, probabilmente in sotterranea, andando così ad eliminare i passaggi a livello del quartiere, sempre causa di grandi ingorghi.
Il tutto, almeno secondo logica, sarà accompagnato dalla sostituzione integrale dell'armamento nelle linee esistenti, passando dalle traverse in legno a quelle in CAP e inserendo binari con maggiore capacità di peso per asse, eliminando i dondolii presenti tutt'ora, ad esempio, nel tratto tra Catanzaro Lido e Aranceto. Così almeno i nostri cari Stadler potranno fare viaggi tranquilli!
Sarà tuttavia prioritario creare un bel deposito di discrete dimensioni, dato che gli Stadler non entrano in nessuno dei due depositi catanzaresi (figuratevi che una sola cassa del mezzo è lunga quanto una M4 singola). L'areale dove sostava la nostra cara Emmina, o l'immenso parcheggio di scambio a Catanzaro Lido potrebbero essere ottime candidate per questo scopo.
Manca solo una cosa: prolungare la linea a 950mm fino a Giovino, raccogliendo tutto il bacino d'utenza di Catanzaro Lido. Creare un binario a scartamento misto dalla stazione FS fino alla fine del villaggio può essere una discreta idea, inserendo le fermate intermedie presso il passaggio a livello (Casciolino), piazzale antistante il porto (Porto), un'altro vicino al cavalcavia d'ingresso a Giovino (Centro Polisportivo), per poi terminare in una stazione a sè stante verso la fine del villaggio stesso, con 2, max 3 binari tronchi. Non è la cosa più semplice di questo mondo, ma penso che ne valga la pena.
C'è da sperare che non si abbia un estremo stravolgimento della linea, andando a snaturare scali storici come Lido, Sala e Città, autentiche regine e memorie storiche dell'epoca FCL a Catanzaro. Lido sembra, almeno dagli screen, che verrà allungata fino allo scalo merci FS, demolendo il capannone Frigosud posto davanti. Sarebbe una cosa non poi così piacevole, mentre sarebbe molto più utile e funzionale costruire un bel camminamento dalla stazione FS a quella FC, motorizzato e non, rendendo immediato l'interscambio tra le due società. Non dimentichiamo gli oggi assenti sistemi di informazione al pubblico come monitor e altoparlanti, oltre alla comodità per i viaggiatori.
Incrociamo le dita!

Intanto, qui qualche immagine dei progetti in corso per Catanzaro:

Una riproduzione fatta in casa dello schema presente alla mostra sulle linee metropolitane in costruzione a Catanzaro

Il DE M4c.501, primo dei 5 nuovi treni di fabbricazione Stadler ordinati dalle Ferrovie della Calabria, destinati proprio alla "metropolitana" catanzarese.

mercoledì 24 marzo 2010

Fine rallentamento

Figghioli, via libera.
Quasi senza accorgermene ho lasciato il blog senza aggiornamenti per più di due settimane, eppure da dire non c'è poco di certo!
Lasciando stare la vetrina politica, con una Calabria messa discretamente e un Berlusca sempre, sempre più da buttare nel cesso in piena regola (mo vado a bruciare la lettera "sua" che mi è arrivata. Quanto avrà speso per lettere+100 euro ai disoccupati per venire alla sua manifestazione? E chi avrà pagato?), si campa avanti.
Questa sarà la settimana delle interrogazioni, da domani a sabato mi caccio un 3-4 materie, in modo da farmi le vacanze di pasqua come si deve.
Alias, già l'1 si va a Cosenza con la solita combriccola, per salvare le 3 X del 1964 e per scoprire, sperando nella bontà d'animo del capostazione, se la 981.005 è ancora lì a Cosenza.
C'è da lavorare, figghioli. Anche l'Emmina, che sta ancora a Lido, ha bisogno di un attimo di attenzione. La tentazione di mandarla a San Giovanni in Fiore c'è, e sarebbe un'idea che la leverebbe in gran parte dalle scatole delle FC, affidando a noi il restauro almeno estetico. Vedremo cosa dirà Ianno..
Oltretutto, mi sto studiando un bel progetto per la mobilità calabrese da far tremare le gambe al miglior ingegnere civile sulla piazza. Vedrò quando pubblicarlo (quando avrò bisogno di pomodori, intendiamoci..)
Non vi resta che portare pazienza, lettori discriminati!

sabato 6 marzo 2010

In nome del padre

...del figlio, e del vangelo secondo De Andrè.
In effetti era una cosa particolare vedere, al concerto di Cristiano De Andrè al Politeama di Catanzaro, fasce di età dai 70 ai 5 anni. Curioso, anche perchè comunque sia quel tipo di musica sembra fatta apposta per le forme di quel teatro.
E' stato bello, decisamente bello. Sentire le parole di Fabrizio cantante perfettamente dal figlio, con una voce così simile da far venire i brividi, specialmente quando la sua figura viene quasi come oscurata, facendoti sentire il grande Faber lì, a qualche metro di distanza.
Dalle canzoni più conosciute alle più nascoste, tra aneddoti (di cui alcuni già sentiti) e storielle, che non fanno che dare la sensazione di un De Andrè come uno zio, un vecchio parente, parte della tua famiglia.
E poi l'energia sprigionatasi alla partenza de "Il Pescatore", con la gente d'improvviso in piedi a battere le mani a tempo e a saltare dalla propria sedia. Anche il tempo per una ballata simil-tirolese alla fine, perdendosi in un'aria che fa tanto combat folk. Tanto per cambiare, eh...
Devo dire che ne è valsa la pena, l'unica parola adatta che mi viene in mente adesso è proprio questa.
Si, ne è valsa la pena.

lunedì 1 marzo 2010

Io protesto.

Contro una massa di scellerati, per l'ennesima volta autori di un autentico furto alla mia regione.
Contro manager incapaci di capire le REALI esigenze della loro clientela.
Contro quel potere decisionale che si è dimenticato di salvaguardare un diritto importante come quello alla mobilità.
Contro gente che crede, dal basso della sua cultura, che il mondo è ai suoi piedi.
Contro una variante costruita con i piedi, mettendo a repentaglio la vita di decine di persone.
Contro il degrado della Jonica.
Contro l'isolamento di Reggio Calabria dal panorama ferroviario nazionale.
Contro tutti quei licenziamenti che ne conseguiranno.
Contro Altero Matteoli, Mauro Moretti, Giancarlo Laguzzi e Innocenzo Cipolletta.
Contro una Regione poco responsabile e disattenta.
Contro la soppressione degli ICN 750/753 e 760/763.

Io oggi protesto a Locri.

domenica 21 febbraio 2010

Transilana

Dalla Sila non si torna mai a mani vuote, lo ripeto e lo ribadisco.
Questa volta abbiamo davvero portato a casa ben più di quanto ci potessimo aspettare, ormai con Alessandro le cose o vanno bene...o vanno alla grande.
Alla scoperta della dismessa Crotone - Petilia Policastro, con leggera sconfinata a San Giovanni in Fiore. Il programma prevedeva questo, e noi ci abbiamo aggiunto in corso d'opera l'allungo a San Nicola Silvana Mansio.
Queste giornate di vera e propria archeologia ferroviaria diventano sempre più entusiasmanti, specialmente quando si raggiungono gli obiettivi prefissati.

Oggi la giornata è incominciata abbastanza presto, con Alessandro arrivato a Torre Melissa intorno alle 8, destinazione Crotone. Prima all'ufficio di mia mamma, a ritirare qualche mappa, e poi subito alla stazione dello scalo.

Lo scavalco a Crotone Scalo

Un paio di foto nella zona, scavalco compreso, e poi dritti al Bivio Porto, dove si fa la prima nuova scoperta della giornata: l'ammasso di mattoni al centro dell'area davanti al Parco delle Rose è una parte sopraelevata dove passava la ferrovia, infatti si nota un leggero arco di ponte.

Rilevato al Bivio Porto

Più avanti, l'attacco del viadotto Pignataro, la vecchia diramazione che conduceva al Porto. Anch'esso subito visitato, ma con in più la stazione della Ferrovia Val di Neto, qualche centinaio di metri più avanti alla stazione delle FCL. Anche lei, ancora sopravvive...

Crotone Porto FVN

Con la stazione della Val di Neto finisce l'indagine su Crotone, destinazione Papanice. Prima un salto al casello n°2, dove tra l'altro nacque mio nonno, poi un tentativo di seguire il vecchio sedime. Un paio di chilometri pieni, tra fango e una strada un pò sconnessa, e un parafango rotto. Non tutto, solo una piccola parte, per fortuna.

Casello n°2
La linea poco dopo il casello n°2

Tuttavia la strada impervia consiglia di tornare indietro sui propri passi e andare direttamente alla stazione di Papanice - Apriglianello.

Papanice - Apriglianello

Quella che, da piccolo, mi raccontavano essere parte di una funicolare, e io che guardavo sempre fuori dal finestrino, incuriositissimo, ogni volta che andavo a Papanice. Anche qui, qualche scatto dall'esterno, e poi su Via Volturno, che ricalca per un buon tratto il percorso della linea FCL.
Incontriamo subito il tunnel di Apriglianello, da un lato ormai semisommerso, ma dall'altro molto ben visibile. Più avanti, casello n°5 totalmente abbandonato, cosa che permette una veloce sbirciata al suo interno.

Galleria Apriglianello
Casello n°5

Terminato il sopralluogo da quelle parti, si va a Cutro - Scandale. Ed è un casino, dato che si impiegano quasi 45 minuti per passare da Papanice a San Mauro Marchesato. La quale stazione ci si para davanti prima di tutte le altre. Anche lei è semiabbandonata, popolata solo da alcuni maiali stipati nella sala d'aspetto. Diroccata, ma ancora fortunatamente in piedi.

San Mauro Marchesato

Allunghiamo verso sud, arrivando a quella di Cutro - Scandale, che però essendo abitata impedisce di andare a documentare tranquillamente, perciò due foto volanti dall'esterno e via, alla volta di Roccabernarda - Niffi.
Curioso pensare che sulla stessa strada sorgono 3 stazioni (nell'ordine da Crotone, Cutro - Scandale, San Mauro Marchesato, Roccabernarda - Niffi), cosa che ci fa recuperare gran parte del tempo perduto nelle sperdute strade di montagna tra Scandale e San Mauro.
Roccabernarda - Niffi è anche "presenziata", ma ciò non impedisce una foto dall'esterno della stazione. La cosa più interessante della zona è, tuttavia, il magnifico viadotto sul Tacina.

Viadotto sul Tacina
Roccabernarda - Niffi

Mezzo crollato causa alluvione, fa ancora la sua stupenda figura in mezzo alla vallata del fiume con la sua forma decisamente inconsueta per i ponti FCL, rappresentando un'opera d'arte di grandissimo valore.
Una volta "spruppata" l'area di Roccabernarda, si va a Petilia. Dove Alessandro scova la stazione per puro caso, guardando verso valle. Ironia della sorte, sono stati i bus a richiamarne l'attenzione, quei bus che hanno dato la spallata decisiva al treno.

Petilia Policastro
Casello n°40 e abitato di Petilia P. sullo sfondo

Anche per Petilia un "sano trattamento", viadottino compreso, e poi via a San Giovanni in Fiore. Sono già le 13.30, si va con l'intenzione di mettersi qualcosa nello stomaco e poi ritornare a caccia. Usciamo a San Giovanni in Fiore Nord, e ci capita davanti subito il casello n°65, adibito a ristorante/pizzeria. Sembrerebbe l'ideale, ma è purtroppo chiuso...tuttavia il padrone ci concede di fare qualche foto anche alla linea ferrata, ancora ben al suo posto. A quel punto è meglio puntare alla stazione di San Giovanni in Fiore, una piccola chimera. Raggiungerla sembra impossibile, ma una volta scovata la rimessa è solo questione di parcheggio. Questa stazione è perfetta, particolare, si vede che è stata costruita dopo rispetto al resto della rete FCL. Non tanto per lo schema costruttivo, quanto per l'uso dei mattoni vivi nella copertura esterna. Una cosa da maso alpino, se vogliamo...

San Giovanni in Fiore

Si ma lo stomaco brontola...si va a San Nicola Silvana Mansio, sperando che il ristorantino nei rimorchi RA.3000 sia ancora aperto. Ma prima una piccola sosta a Torre Garga e a un tratto di linea precedente la stazione, dove improvvisamente la neve si impossessa del sedime ferroviario. Preludio a una bellezza naturale poco comparabile al mondo..

Binari a Torre Garga

Da Torre Garga in poi è tutto imbiancato, e non poco. A San Nicola si sprofonda coi piedi nella neve, ma l'atmosfera non lascia spazio a parole sensate. E' una zona unica, assolutamente unica.
Mangiare la "Bruschetta Margherita" e le "Patate fritte silane" nelle carrozze con di fuori una distesa bianca è qualcosa di davvero bello e stimolante. Ed affondare nella neve dietro la stazione è frustrante ma divertente. Basti pensare che la neve mi arrivava alle ginocchia..

La Sila vista dall'interno delle carrozze
San Nicola Silvana Mansio
Rimorchi RA.3000 adibiti a ristorante

Ripartiti da San Nicola Silvana Mansio alle 16, si ritorna diretti a Torre Melissa. Abbiamo raccolto ben più di quanto preventivato, non c'è che essere estremamente soddisfatti. Con Alessandro si è formata ormai una coppia di ricerca da far tremare le gambe anche alla Val di Neto, è ormai provato e riprovato che, come detto in apertura, a mani vuote non si torna, è fuori discussione. E la Crotone - Petilia è stata solo la seconda, ci aspetta tutto il resto della rete FCL ora. E non solo..
Oggi è mancato solo il panino a Camigliatello, ma vabbè, sarà per la prossima volta. Magari lo si mangerà trainati dalla 353...




lunedì 15 febbraio 2010

950mm di neve

Da Cosenza non si torna mai a mani vuote, non mi stancherò mai di ripeterlo.
Con Roberto, oggi, è stata un'altra giornata di quelle da mantenere ben chiuse nel cassetto dei ricordi, seppur per grandi linee simile alle altre 4 uscite effettuate quest'inverno.
Arrivo a Cosenza, partenza per Pedace, breve sosta nella stazione di diramazione, allungo a Spezzano Sila e ritorno a Cosenza, ma stavolta senza deposito. Quando lo stomaco chiama..
E' stato emozionante già solo arrivare a Cosenza e trovarsi il Caimano in testa al regionale da Sapri in manovra, con quella successione di suoni che in nessun'altro locomotore si possono trovare.
A Pedace già si intravede la neve verso Casole Bruzio, e approfittando dei 25 minuti a disposizione, ci si inerpica per la stradina che conduce al paese per ritrovarsi dapprima a un "belvedere" sulla diramazione, e dopo di fianco alla ferrovia, in contropendenza rispetto alla strada. E Pedace resta un luogo di una pace assoluta, tra piccoli ruscelli e alberi di ogni tipo, dove la ferrovia sembra essere nata col paesaggio stesso, quasi come mimetizzata in quel luogo così dannatamente bello.
L'arrivo della M4.401, preceduto dalla solita campanellina, e la partenza per Pedace. Un paio di chilometri dopo troviamo un segno tangibile della meravigliosa e squisita arretratezza di questa linea...dobbiamo fermarci in piena linea per "dare precedenza" a un gregge di pecore.
Passiamo da Magli, e la prima neve inizia a vedersi sui binari. Tempo di superare una galleria che si inizia a vedere il verde della montagna a tratti macchiato dal bianco della neve, e da lì ecco spuntare Casole Trenta, con i carri accantonati carichi di neve e la stazione, sempre un qualcosa di unico, tra il bianco e il verde.
Il pietrisco inizia a scomparire, coperto da una leggera coltre di neve, che diventa praticamente insormontabile una volta superata la galleria elicoidale di Casole. Il passaggio a livello senza barriere di Serrapedace è immerso nel bianco, in un clima alpino da mettere quasi i brividi. L'aria compressa del fischio della 401, come era accaduto al 656 di Cosenza in mattinata, si condensa con l'aria gelida formando una piccola colonna di vapore acqueo.
Spezzano Piccolo e Spezzano della Sila sono praticamente ricoperte di neve, dai marciapiedi al tetto. Il blu, seppur graffitato, della M4.401 non ci sta poi così male in mezzo a quel bianco, come d'altronde tutta quella minuscola ferrovia.
Sembra di essere tornati negli anni '20, con i segnali a disco e la neve, con anche la gente ai caselli. E' questo il bello della Silana...
E con quel freddo la 401 cammina, come camminavano prima le vaporiere come la 353...
Il treno come un mezzo contro il freddo, un mezzo naturale creato dall'uomo che, li in Sila, difficilmente viene battuto. E i bambini che lo indicano quando passa, il "trenino", dimostrano come, nonostante la sua "ordinarietà", riesca ancora a incutere un pò di fascino in chi guarda queste cose quasi per la prima volta.
Continuo a credere che viaggiare è indispensabile per Vivere..

Paesaggio della Sila verso Casole Bruzio

Pedace - Serrapedace

Il PL di Serrapedace

Le pecore incontrate poco dopo Pedace

In cabina vicino Serrapedace

mercoledì 10 febbraio 2010

L'asse di legno

Oh, e resiste ancora! Ha buttato giù rovi su rovi, spostato pezzi di ferro, fatto voli di qualche centimetro per essere riposto dentro l'automotrice. E resiste ancora, laddove una volta sedeva il macchinista.
Dei tre "salvatori dell'Emmina", quell'asse è senza dubbio il quarto interprete di questa mezza impresa. La recuperò Roberto il 3 giugno, ancora non ho capito da dove, e ci accompagnò fino al 29 novembre, giorno della "liberazione".
Pensare all'asse di legno è un'occasione per ripensare a quel lavoraccio, tra spine ed alveari, oggi in fase di stasi con l'Emmina ancora ferma a Catanzaro Lido.
Si sarebbe dovuto aspettare un finanziamento dalla Regione per il recupero, cosa della quale ancora non si ha notizia. I sedili sono a Cosenza, zingari permettendo, pronti ad essere adattati e montati sulla 37. Il motore è da trovare, come d'altronde una plausibile soluzione per farla tornare operativa, un sogno più grande di qualunque altro.
Un vecchio motore OM da camion può andare bene, l'Orione potrebbe diventare un bel pezzo da museo (QUEL museo..).
La mia speranza è che le FC, se non hanno possibilità/voglia di recuperarla, ce la diano in modo innanzitutto da trovarle una sistemazione decente, al riparo da qualche demente rincoglionito, e poi anche in modo da poter iniziare ad operare, a muovere i primi passi del restauro. Al momento, è un mese perso quello dell'Emmina ferma a Catanzaro Lido. Sono felice anche del fatto che abbia raccolto molto sostegno la nostra iniziativa, come anche della unicità, scoperta del tutto casualmente, della nostra automotrice.
Una delle quattro Emmine FCL superstiti, unica sopravvissuta delle 2 motorizzate Orione. Roba da strizzarsi gli occhi..
Le idee sulla valorizzazione della storia delle FCL continuano a viaggiare forte, resta solo da sperare che presto siano i fatti a prendere il sopravvento.
E, se vogliamo, che attacchino la cremagliera..


martedì 2 febbraio 2010

Teoria dello stazionamento

Che è una mezza rivisitazione della teoria della relatività di Einstein, se vogliamo.
Almeno, era sua la teoria della relatività? Boh..
Ultimamente sto tornando a disegnare. Dopo i piani di stazione della Crotone - Petilia, mi sono dato ai fabbricati, aspettando di disegnarne uno tutto nuovo, al momento abbozzato con Autocad, arrangiato alla meglio e contestualizzato su TRS.
Si, sto tornando a cercare la perfezione in quei posti di solo apparente transito, come le stazioni. Una perfezione riconoscibile nell'ordinatezza, nella praticità e nella idealizzazione delle strutture e dei servizi all'interno di essa. Il biglietto da visita di una città, di un paese intero in alcuni casi.
Un viaggiatore sceglie il treno non solo per la sua velocità o comodità, un viaggiatore sceglie il treno anche per tutto ciò che incontra prima di salirci sopra. Facilità di accesso alla stazione, chiarezza delle informazioni, servizi. E' ben diversa la situazione tra una stazione come Torre Melissa, che al viaggiatore dedica solo un marciapiede e un tabellone informazioni, e una come Catanzaro Lido che già ha una biglietteria, delle panchine al coperto e un bar. Non che Torre Melissa sia importate quanto Catanzaro, ci mancherebbe..
Aspettare un treno a Catanzaro Lido è molto meno "pesante", anche accedere ai servizi ferroviari lo è molto meno. La soluzione di limitare la sala d'attesa con ampie vetrate, che consentono anche la lettura dall'esterno dei tabelloni interni, giova moltissimo alla chiarezza e alla fermezza negli orari che una ferrovia possiede. Anche la presenza del bar è una ottima cosa, come d'altronde la biglietteria/sportello informazioni (quando funziona, o meglio, quando c'è gente che sa fare qualcosa). Roma Termini invece è un esempio di come una stazione può diventare un punto di riferimento per una città intera. Lasciamo stare il centro commerciale che è l'idea più stupida che si potesse avere, dato che va a snaturare non poco la vera identità di stazione che possiede. Qualche negozio va bene, ma 4 negozi di intimo.. o.o
Roma Termini è il fulcro delle linee bus della città, due linee tramviarie la forniscono, e anche la Metropolitana ci fa capolino. In più, treni da ogni dove e con alta frequenza, ma soprattutto razionalità degli spazi, logica di costruzione (tranne che per i nuovi binari esterni) ben fissa e di facile concezione, praticabilità appunto.
Ma ciò che andrebbe cambiato è la concezione delle stazioni "terziarie", quelle per intenderci servite solo dal servizio regionale. La gradibilità del treno è calata anche per "colpa" della mancanza di diverse condizioni essenziali che, per il viaggiatore, sono spesso di non trascurabile importanza.
Penso che per ogni stazione i servizi minimi debbano essere:
- Sala d'attesa
- Biglietteria (automatica o a sportello)
- Panchine e pensilina sul binario
- Bacheca con informazioni turistiche
- Bar o simili nelle immediate vicinanze, se non nella stazione stessa.
- Monitor arrivi/partenze con informazioni sulla circolazione
Certo, alcune cose non si sa quanto possono durare date le innumerevoli teste di cazzo che popolano l'Italia, ma di certo sono tutte cose che farebbero comodo a tutti.
Certo che la razionalizzazione messa in atto nel ventennio oggi sarebbe utile...forse l'unica cosa che apprezzo del fascismo è Reggio Calabria Centrale!

Credo proprio che prenderò Ingegneria..
Howay the Lads!

venerdì 29 gennaio 2010

29/01/2010 13.46

"Viaggiare è indispensabile per vivere"

Queste 5 parole ha raccolto la mia Moleskine, poco prima di ripartire l'ennesima volta da Crotone (a pochi metri dalla ex stazione di Città. Che tristezza..)
Nell'mp3 Riders on the Storm, di nuovo, a farla da padrona. Fuori un tempo un pò brullo, qualche gocciolina di pioggia ma nulla di più.
Il Neto intanto continua ad essere grosso, e si continua a non capire cosa caspita fare per il ponte di San Pietro Apostolo..
Almeno ho chiuso il primo trimestre con elettrotecnica (5-6, spero), da domani si allenta un pò la tensione...
Per il resto, howay the lads!

martedì 26 gennaio 2010

Lampi

Da come tagliano la notte, in maniera immediata e col trambusto del tuono che viene subito dopo, sembrano dimostrare il fatto che la potenza è dovunque.
Io ho appena finito di studiare Vittorio Alfieri e il Purgatorio di Dante. Non fa per me, è inutile starci addosso...la vita di Alfieri è un vai e vieni, non si capisce niente (sembra quasi la Silana tra Spezzano della Sila e Redipiano), già il Purgatorio sembra più semplice.
Per non parlare dell'alternatore...è un mese che provo a studiarlo ma senza risultati. E mi serve saperlo, mi serve eccome, sennò come lo faccio partire il 656?
Stasera i Modena sembrano avermi catturato. Il combat folk delle volte è capace di farti partire la testa come poche altre cose. Vedi Fischia il Vento, Bella Ciao, Quarant'Anni... Ora la favola, la triste e lancinante favola di Auschwitz.
Domani sarà il giorno della memoria, in un mondo che di certe cose sembra essersi dimenticato quando non ci sono celebrazioni ufficiali. La Clinton si sente ferita nell'animo dalle parole del nostro Bertolaso, forse l'unico che è stato capace di uscire con la voce fuori dal coro. Già solo il "coraggio" di averlo fatto è ammirevole, che abbia ragione o meno.
Intanto il governo si manda le buste coi proiettili da solo, in modo da imbacuccare per l'ennesima volta quella massa di pecoroni che noi calabresi siamo sempre stati. Col solito leccaggio di culo al fratello del cugino del nipote dello zio del padre del cugino.
Il Ponte sullo Stretto non si farà, ve lo dico io. Neanche l'AV Palermo - Catania, si faranno solo magagne.
E sono felice che Vendola abbia vinto in Puglia, dimostrando che siamo ancora noi a decidere. Perchè inserire Boccia quando Nichi ha operato più che bene a favore della sua regione? La casta si crede ancora al potere totale e supremo...
Ma fa ridere pensare che anche la Chiesa la pensa così, con le affermazioni schifose, ripudianti, del vescovo di Grosseto, tale Babini. L'Islam è una cattiva religione, estraniamola. Gli omosessuali non hanno diritto alla fede cattolica.
Cazzarola, menomale che siete per la tolleranza e l'amore verso il prossimo.
Ipocriti. Ipocriti che non siete altro.
E poi, scomunica per chi si sposa civilmente...e allora lo dico pubblicamente, SCOMUNICAMI!
E che voglia di far sentire Fischia il Vento a quelle 17 persone che ho scritte qua davanti. Che voglia...

Io non volevo vivere in questo mondo...

Se ci coglie la crudele morte, dura vendetta sarà del partigian...ormai sicura è la dura sorte del fascista vile traditor...

giovedì 21 gennaio 2010

Quarant'anni (e qualche riflessione)

Ho quarant'anni, qualche acciacco, troppe guerre sulle spalle,
troppo schifo per poter dimenticare...
Ho vissuto il terrorismo, stragi rosse, stragi nere,
aereoplani esplosi in volo e le bombe sopra i treni...

Non c'era bisogno neanche di ricordarcelo, tutto quello schifo per poter dimenticare. Non fu fatta mai chiarezza su certi episodi, tutti nascosta dietro la colonna portante di uno stato.

Ho visto gladiatori sorridere in diretta,
i pestaggi dei nazisti e della nuova destra...
Ho visto bombe di stato scoppiare nelle piazze,
e anarchici distratti cadere giù dalle finestre...

Anche loro, nascosti. Perchè è la gente scomoda, è il contadino che sa leggere che fa davvero paura allo stato. Ammesso che così lo si possa chiamare, ammesso che in tale stato si possa credere, a giorno d'oggi.
Io di quei pestaggi ne ho sentito parlare ben poco, ho sentito parlare di quelle bombe come atti di follia dell'omino di turno, ho sentito parlare di Pinelli come di un cretino, uno che non sapeva fare 2+2. Ma Berlusconi va santificato. Parola di Minzolini.

Ma ho un armadio pieno d'oro, di tangenti e di mazzette,
di armi e munizioni, di scheletri e di schifezze!
Ho una casa piena d'odio, di correnti e di fazioni,
di politici corrotti, i miei amici son pancioni,
puttanieri, faccendieri e tragattini.

Sono gobbi e son mafiosi, massoni, piduisti e celerini.

In quarant'anni c'è voluto un armadio bello grande, allora. Le tangenti e le mazzette ormai profumano, sono quasi nei basamenti di casa nostra, basti vedere quelle facce che si sono viste alla commemorazione di Craxi. Facce che è tutto un programma, facce da correnti e fazioni su stile imperialista, politici corrotti, grandi mangiatori. Noemi ne sa qualcosa, dei loro comportamenti fuori da quelle aule di falsa misericordia istituzionale come Camera e Senato. La 'ndrangheta, la camorra, cosa nostra sono lì dentro, non venite a cercare a Crotone, non andate a Napoli, non a Palermo, non ad Africo! Scemi...

Ho quarant'anni spesi male fra tangenti e corruzioni,
ho comprato ministri faccendieri e giornalisti.
Ho venduto il mio di dietro ad un amico americano,
e adesso cerco un'anima anche di seconda mano...

Quei giornalisti che oggi, in Italia, non esistono più. Ma chi mi rende credibile una che si presenta con giubbotto Moncler da 300 euro, fondotinta a tonnellate, scollatura buttata lì al vento, italiano correggiuto 100%, a intervistare (con finta faccia compassionevole) i superstiti italiani di Haiti? Non a caso, era Canale 5... E soprattutto ricordiamo che Travaglio è comunista, anche Santoro e tutti gli altri. Anche il mio gatto lo è. Ma io vorrei chiedere a Berlusconi, che ce l'ha così tanto con la sinistra...Silvio, ma sei sicuro che esista una sinistra? Cioè...quella che oggi si spaccia per sinistra mi sembra più una cosa tutta di sbiego!

Ho quarant'anni ed un passato non proprio edificante,
ho massacrato Borsellino e tutti gli altri...
Ho protetto trafficanti e figli di puttana,
e ho comprato voti a colpi di lupara..

[...]

Ma ho scoperto l'altro giorno, guardandomi allo specchio,
di essere ridotta ad uno straccio...
Questo male irreversibile mi ha tutta divorata,
è un male da garofano e da scudo crociato...


Per nulla edificante, edit. Io continuo a non credere che fu solo la mafia ad uccidere Falcone e Borsellino, continuo a pensare che non è tutto qui, ancora. Chi vive dove vivo io, e sottolineo vive, capisce perchè non mi viene affatto facile credere a certe storielle. Quelle auto blu sono poco credibili, il nostro è uno stato divorato alla base, e non capirò mai chi ancora si pensa di poter sostenere questo governo, questa politica, questo modo di governare un paese che era bello. Oggi fa schifo, solamente schifo.
E nessuno vuole ribellarsi, nessuno ha più voglia di battere i pugni sul muro. Io per ora mi limito a scrivere (anche se limitarsi mi sembra un pò riduttivo), chissà che non riesca a far capire qualcosa a qualcuno.
E dato che qui, nel paesino, ho contato 6 persone in grado di comprendere...prèk!