mercoledì 14 aprile 2010

Riders on the storm

Mi viene difficile pensare a un motivo plausibile per giustificare la fuga da un qualsiasi luogo verso un altro.
Difficile perchè, comunque sia e comunque la si pensi, scappare è una cosa talmente fascinosa e assolutamente non astratta da mettere paura, in certi casi.
Mi sono abituato ad accompagnare ogni viaggio in treno con la canzone da cui prende il titolo il post (http://www.youtube.com/watch?v=DKbPUzhWeeI Grazie Jim..), e non so perchè, ma quel sentimento di "fuga", sottile sfoglia di libertà più pazzoide che intellettuale, diviene improvvisamente forte e altamente sensibile.
Che poi guardare il mondo dal finestrino di un treno è particolare, specialmente dalle mie parti. Innanzitutto non c'è il guardrail e il traffico che la strada ti "offre", strada dove ci perdi persino il gusto nel cercare di scrutare il paesaggio alla ricerca di qualcosa di nuovo, quando magari la trovi e il solito burlone camion carico di polli Amadori ti si piazza davanti. Non c'è neanche il rischio dello spavento del ritrovarsi all'improvviso un treno incrociante in linea, cosa che ha spesso turbato i miei viaggi sulle grandi direttrici (imparate questo trucchetto: piazzatevi sempre a sinistra del senso di marcia per godervi alla meglio il vostro viaggio!). Ed è ancora più bello quando si ha una macchina fotografica oppure carta e penna/matita. Il viaggio è una forma ispiratrice di arte, forse perchè, in un senso più assoluto, il viaggio stesso è un'arte.


(in verità c'è anche lei che non è male.. http://www.youtube.com/watch?v=0OvC737fqYY )

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