lunedì 15 febbraio 2010

950mm di neve

Da Cosenza non si torna mai a mani vuote, non mi stancherò mai di ripeterlo.
Con Roberto, oggi, è stata un'altra giornata di quelle da mantenere ben chiuse nel cassetto dei ricordi, seppur per grandi linee simile alle altre 4 uscite effettuate quest'inverno.
Arrivo a Cosenza, partenza per Pedace, breve sosta nella stazione di diramazione, allungo a Spezzano Sila e ritorno a Cosenza, ma stavolta senza deposito. Quando lo stomaco chiama..
E' stato emozionante già solo arrivare a Cosenza e trovarsi il Caimano in testa al regionale da Sapri in manovra, con quella successione di suoni che in nessun'altro locomotore si possono trovare.
A Pedace già si intravede la neve verso Casole Bruzio, e approfittando dei 25 minuti a disposizione, ci si inerpica per la stradina che conduce al paese per ritrovarsi dapprima a un "belvedere" sulla diramazione, e dopo di fianco alla ferrovia, in contropendenza rispetto alla strada. E Pedace resta un luogo di una pace assoluta, tra piccoli ruscelli e alberi di ogni tipo, dove la ferrovia sembra essere nata col paesaggio stesso, quasi come mimetizzata in quel luogo così dannatamente bello.
L'arrivo della M4.401, preceduto dalla solita campanellina, e la partenza per Pedace. Un paio di chilometri dopo troviamo un segno tangibile della meravigliosa e squisita arretratezza di questa linea...dobbiamo fermarci in piena linea per "dare precedenza" a un gregge di pecore.
Passiamo da Magli, e la prima neve inizia a vedersi sui binari. Tempo di superare una galleria che si inizia a vedere il verde della montagna a tratti macchiato dal bianco della neve, e da lì ecco spuntare Casole Trenta, con i carri accantonati carichi di neve e la stazione, sempre un qualcosa di unico, tra il bianco e il verde.
Il pietrisco inizia a scomparire, coperto da una leggera coltre di neve, che diventa praticamente insormontabile una volta superata la galleria elicoidale di Casole. Il passaggio a livello senza barriere di Serrapedace è immerso nel bianco, in un clima alpino da mettere quasi i brividi. L'aria compressa del fischio della 401, come era accaduto al 656 di Cosenza in mattinata, si condensa con l'aria gelida formando una piccola colonna di vapore acqueo.
Spezzano Piccolo e Spezzano della Sila sono praticamente ricoperte di neve, dai marciapiedi al tetto. Il blu, seppur graffitato, della M4.401 non ci sta poi così male in mezzo a quel bianco, come d'altronde tutta quella minuscola ferrovia.
Sembra di essere tornati negli anni '20, con i segnali a disco e la neve, con anche la gente ai caselli. E' questo il bello della Silana...
E con quel freddo la 401 cammina, come camminavano prima le vaporiere come la 353...
Il treno come un mezzo contro il freddo, un mezzo naturale creato dall'uomo che, li in Sila, difficilmente viene battuto. E i bambini che lo indicano quando passa, il "trenino", dimostrano come, nonostante la sua "ordinarietà", riesca ancora a incutere un pò di fascino in chi guarda queste cose quasi per la prima volta.
Continuo a credere che viaggiare è indispensabile per Vivere..

Paesaggio della Sila verso Casole Bruzio

Pedace - Serrapedace

Il PL di Serrapedace

Le pecore incontrate poco dopo Pedace

In cabina vicino Serrapedace

3 commenti:

  1. Si vede la stoffa del grande narratore che si fa strada tra i binari innevati.

    Certo però che attribuire poesia a un 656 in testa a un regionale in manovra a Cosenza ce ne vuole .... ;P

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  2. Eeeeeh Ale, che posso farci se sono stato affascinato dal Caimano fin da piccolo? :D

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  3. Grandissimo Vittò!!!!!!!!!!!!!! :D
    Bellissimo viaggetto...peccato solo che a Spezzano della Sila non ci sia neanche il tempo per dare un'occhiata in giro...poi con la neve... :'(
    Ho fatto in tempo solo a tirare una bella palla di neve alla 401!!! :P

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