venerdì 3 luglio 2015

Ipercoop

Grande parcheggio, uscita dedicata dalla tangenziale, un totem con 6-7 marchi che si vede da chilometri, un faro di luci variopinte nella monotonia del buio notturno. Quasi tutte le grandi città hanno da qualche parte, nella loro periferia, un qualcosa del genere. Grande, piccolo, col parcheggio coperto, 128 negozi e 2 salumerie, 3000 posti auto e 100 carrelli, sabato e domenica pieno, non trovi parcheggio, tiri una bestemmia al vecchio che viene contromano nel parcheggio.
E' un film, una pellicola che va avanti a ripetizione, quel posto li.
Frutta, verdure, affettati, carne, formaggi, cose in offerta, yogurt, birra, cereali, latte, biscotti, sugo, salse, pasta, surgelati, pagare. Entri in quel giro in cui l'altra gente sembra piazzata lì come birilli da scansare, una specie di MarioKart estrapolato dal Nintendo.
Fa impressione alzare la testa e guardare la gente all'Ipercoop. Guardare i loro occhi fissi agli scaffali o persi per aria pensando a cosa manca sulla lista, le facce spaesate dei mariti ed il passo sicuro e serafico delle mogli, i bimbi che si stropicciano gli occhi davanti al Tablo Perugina o con un pacchetto di San Carlo stretto fra le loro mani prima, fra quelle della madre mentre, sullo scaffale poi.
Cosa penseranno i commessi? Quante ce ne diranno dietro, a noi clienti? Di chi parleranno a casa?
Tutti diritti, tutti che vanno dove sanno di dover andare, sanno cosa cercare, tutti determinati, soli nella loro determinazione.
Una folla sola.

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