Tennent's d'ordinanza, bere per dimenticare e dimenticare di bere, brezza estiva, gatti che si litigano, autotreni che passano, treni che non passano più, gatto che dorme, Parkman che resta sveglio.
Rotola portandosi appresso tutta quest'umanità, variopinta e per quanto variopinta quasi da scantarsi.
Ogni tanto un cane abbaia, e chissà cosa gli passa per la testa. Chissà cosa guarda, chissà chi gli ha scatenato quella reazione, chissà chi va cercando. Ecco, perchè in queste notti di mezza estate forse cercare un pò il mondo, l'anima del mondo che in qualche modo ti circonda è un bel gioco da portare avanti.
Forse perchè si, siamo tutti dei piccoli libri. E come i libri, ognuno ha la sua storia e il suo destino. Ci sono quei libri che hanno successo e finiscono nelle librerie di tutto il mondo, da Miami a Berlino, da Caracas a Belvedere Spinello, come ci sono anche quei libri che magari timidamente fanno capolino in qualche libreria o biblioteca comunale di un paesino sfigato di 3000 abitanti. Ci sono anche quei libri, forse la maggioranza assoluta, che restano lì dove sono nati. Libri mammoni, impressi su dei file di Microsoft Word che si generano e restano lì a contemplarsi da soli, su un morbido letto di timori, di rifiuti, di derisioni, di incertezze, di paure. Che alla fine non è neanche così scomodo.
E noi siamo come quei libri, ognuno ha il suo genere. Di lettura e di vita, perchè i libri in qualche modo sanno essere anche nostri fratelli, nostri appoggi nei momenti in cui senti il vuoto sotto le caviglie.
Veniamo poi sfogliati da questa brezza estiva che sgattaiola tra le finestre spalancate, sfogliati come un libro aperto in un parco, e quelle pagine che si muovono da sole tra i nostri "uttana d'Eva" per quelle parole-rifugio improvvisamente violate da questa forza invisibile e bellissima.
Silenziosa, presente, sistematica.
Come i libri.
Come noi.