lunedì 7 marzo 2011

Angoli

Acuti, ottusi, grandangoli, e chi più ne ha più ne metta.
Eppure, è proprio ciò che rende bello andare alla scoperta di un qualsiasi posto di una qualsiasi parte del mondo. Basta con le solite vacanze a Sharm-el-Sheik, a New York, a Strongoli Marina. O meglio, sarebbe ora proprio di cercare quegli "angoli", quei piccoli scorci che magari ti si presentano davanti in maniera totalmente inaspettata, quei particolari che non ti aspetteresti mai di cogliere, da nessuna parte.
E la Calabria ne è così piena...è il motivo per cui viene impossibile odiarla, parlarne male. Anzi, viene spesso e volentieri da esserne orgogliosi.


Cassano allo Jonio. Questo è il panorama che si può scorgere andando da Cassano a Castrovillari, questa piccola balconata sulla città e sulla piana di Sibari. Un luogo che ha molto di alpino, come d'altronde l'intero massiccio del Pollino in alcuni punti. Ecco, stare lì sopra col solo fruscio del vento e il rumore, caotico ma alle volte rilassante, che si leva dalla città non è cosa da tutti i giorni, specie per un "marinoto" come il sottoscritto. La montagna incute calma, inculca un diverso significato ad ogni cosa.
Ciò che nessuno si aspetterebbe, nell'immaginario collettivo progredito e sviluppato, è il poter trovare certi paesaggi lì, a portata di mano rispetto alla città.


L'abitato di Celico visto dalla stazione di Rovito, con il massiccio della Sila che fa capolino alle sue spalle. Non è un posto nel lontano west: da Cosenza basta farsi 5 minuti di S.S.107, uscire a Rovito, parcheggiare nel piazzale della stazione ed affacciarsi. Con 10 minuti in più hai ottenuto il pic-nic domenicale tra le foreste della Sila, tra Fago del Soldato e Moccone. E andiamo a spendere miliardi per andarcene a Cortina d'Ampezzo..


Ed eccoci a Catanzaro, la città vista dalla stazione di Sala FCL. Dove il tempo sembra essersi, per un certo senso, fermato. A ricordarci dei tempi moderni restano i segnali luminosi e i graffiti sul fabbricato, ma l'aria che vi si respira è ancora quella di un tempo, nella stazione FC come in quella FS. Un angolo di una città che sottolinea lo stretto rapporto che possiede con la strada ferrata, un rapporto che fonda le sue radici agli inizi del '900, quando proprio i trenini diedero il primo, imponente, cambio di rotta alla città dei due mari.

E' proprio con quei trenini che si può guardare meglio qualche bell'angolo. Come qui, poco prima della stazione di Cavorà tra Catanzaro e Gimigliano, dove per davvero poco si potrebbero cominciare a scorgere i Due Mari. Un enfasi in quota, passata alla giusta velocità, come d'altronde è abitudine secolare delle Calabro-Lucane.

Gli angoli sono infiniti..

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